“La Campania è sempre più terra di bianchi”. Questa è la prima considerazione che ci viene in mente dopo le degustazioni di Campania Stories 2023, la manifestazione nella quale vengono presentate le ultime annate dei vini prodotti nelle diverse aree della Regione. In tutto oltre 320 campioni di un centinaio di aziende, in larghissima parte vini rossi e bianchi con una leggera prevalenza numerica di questi ultimi, insieme a una trentina di etichette tra spumanti e rosati. Ospiti della rassegna le cantine lucane di Generazione Vulture con i loro rossi da Aglianico e qualche altra referenza.
Sempre più convincenti, dunque, i bianchi campani per qualità e espressione territoriale: sono ormai tanti i vini in grado di confrontarsi alla pari con le migliori produzioni italiane e con quelle estere, mostrando una chiara aderenza alle caratteristiche dei diversi terrroir che ci fa apprezzare la varietà offerta da questa regione e la forte identità di diverse denominazioni che in alcuni casi si spinge fino alle caratteristiche di zone più piccole o addirittura di singoli vigneti. In Irpinia Fiano e Greco appaiono nel complesso convincenti, muovendosi tra carattere e potenzialità evolutive importanti. Vanno bene anche le denominazioni emergenti, Campi Flegrei su tutte, ma anche Costa d’Amalfi, Vesuvio e poi l’area del Cilento, nuova frontiera del vino ancora in gran parte da esplorare. Segnali positivi arrivano anche dal Sannio con alcune etichette di Falanghina davvero interessanti, molto più che in passato.
Un po’ più altalenanti i valori espressi dai rossi che, nonostante annoverino tra di loro alcuni vini notevoli, complessivamente non riescono a reggere il passo dei bianchi (ne parleremo un po’ più in dettaglio nel successivo articolo su Campania Stories).
Greco di Tufo Dop Riserva Miniere 2021 – Cantine dell’Angelo
Un profumo che sa accostare il chiaro e lo scuro in uno spettro di assoluta personalità e qualità olfattiva. Polvere da sparo e rimandi di gomma bruciata coesistono, infatti, con la leggerezza degli agrumi e dei fiori bianchi. Mentre una bocca – ben calibrata sulla sapidità e con una nota di limone in retronaso – genera volume e persistenza gustativa.
Fonte: Federico Latteri - Cronache di Gusto