Il mio rinnovato girovagar per cantine oggi mi porta a San Gimignano, con l’intento di raccontarvi la realtà vitivinicola che in questo momento rappresenta l’élite della Vernaccia: il Colombaio di Santa Chiara. L’azienda, di proprietà della famiglia Logi, nasce nel 1999 con l’acquisto della Canonica di San Donato, dove oggi sorgono la locanda ed il wine shop. La loro avventura è cominciata con soli 4 ettari di vigneti, tra cui il piccolo ettaro del “Campo della Pieve” (la vigna sottostante la Pieve romanica, da cui ricavano il loro Cru), e si è consolidata con energica costanza nel corso di 20 anni. Oggi gli ettari sono circa 22, divisi prevalentemente tra le zone di Pescille, San Donato e del Colombaio (da dove nasce la loro Riserva “Albereta”) nell’area Sud, mentre il vigneto più grande è nella zona Nord, detta Cotone, e comprende anche un piccolo vigneto acquisito nel 2016, che in passato veniva usato da Giovanni Panizzi per produrre la sua Riserva.
L’incessante lavoro dei tre fratelli Logi (Giampiero, Stefano e Alessio) si è qualificato sin dal principio per l’approccio molto sensibile verso il vigneto, e per la capacità di comprenderne le diverse attitudini di suoli e microclimi. Queste attenzioni, quasi maniacali, li hanno portati in pochi anni a diventare i punti di riferimento dell’intera Denominazione, imponendosi sul mercato soprattutto grazie alla loro Vernaccia d’ingresso, la “Selvabianca”. Parlando con Giampiero (odierno cicerone) percepisco come l’unità familiare sia stata fondamentale per realizzare tutto questo, e che il loro progetto è in continuo divenire. I loro brainstorming portano sempre all’identificazione di una nuova strategia aziendale volta al miglioramento e alla crescita della loro creatura. Un virtuosismo intellettivo che spesso è costretto a cozzare con l’arretratezza burocratica di un Comune che siede un po’ troppo sugli allori Medievali. Tra i tanti progetti, c’è quello della nuova cantina che andrà a rappresentare il migliore intreccio tra passato e futuro, posizionandosi proprio di fronte alla Pieve da dove tutto è cominciato…
Sin dal principio hanno deciso di esaltare le caratteristiche verticali delle loro Vernacce, optando per l’utilizzo della crio-macerazione (utilissima per facilitare l’estrazione dei componenti aromatici) poi seguita da una delicata pressatura con raspo. Questa tecnica pretende uva d’eccellenza, che viene attentamente selezionata in vigna; dove il regime biologico e la concimazione organica garantiscono la salubrità di piante e frutti. Per la vinificazione si avvalgono di tini in acciaio e cemento da 45 e 52 hl, mentre per l’elevage scelgono la sola botte grande per la Vernaccia Riserva e le barrique (rigorosamente Mittelberger) per i vini rossi.
Dopo una splendida visita in jeep, tra tutte le vigne di proprietà, Giampiero ci guida all’interno della luccicante locanda, dove avrà luogo il pranzo/degustazione. Si tratta di un locale in cui coabitano elegantemente lo stile rustico della Canonica e i curati dettagli moderni, una sensibilità stilistica che mi rende tranquillo e mi ben dispone per l’imminente degustazione.

Vernaccia di San Gimignano DOCG “Selvabianca” 2019
100% Vernaccia di San Gimignano vinificata in cemento e acciaio inox, dove sosta sulle fecce fini fino al Marzo successivo alla vendemmia.
I terreni sui quali crescono le uve sono molto diversi tra loro, da quelli sabbiosi e ricchi di scheletro e fossili a quelli di medio impasto, profondi e ricchi di ciottoli, posizionati tra i 260 e i 360 metri di altitudine.
Vivace, già dal luminoso giallo paglierino che ne descrive la giovinezza del colore. I profumi sono intensi, semplici ma molto ben marcati. Si riconoscono nitidamente note agrumate molto spinte, maggiorana ed un timido accenno alla pietra focaia. In bocca il sorso è agile e nervoso, immediatamente riconoscibile tra tutte le altre Vernacce, con una chiusura tipicamente ammandorlata, in cui una decisa sapidità non rinuncia a palesarsi con estrema profondità.
Prodotta per la prima volta nel 2002 è l’esemplificazione dello stile del Colombaio: nettezza, precisione e sguardo rivolto al futuro.

Vernaccia di San Gimignano DOCG “Campo della Pieve” 2017
100% Vernaccia di San Gimignano vinificata in cemento e acciaio, dove sosta per circa 20 mesi con frequenti batonnage.
I terreni sui quali crescono le uve sono di origine pliocenica, argillosi in superficie, profondi e ricchi di calcare nel sub-strato e sono posti a circa 400 metri di altitudine.
Il colore si presenta di un giallo paglierino più carico rispetto alla “Selvabianca”, mentre il ventaglio odoroso è più ricco e conturbante. Parte con ricordi floreali di gelsomino, poi scorza di lime, mela golden e menta. Prima di passare all’impatto gusto-olfattivo, mi cattura una sensazione, una decisa suggestione che ricorda l’idrocarburo tanto caro ai riesling renani. In bocca è già loquace, ma ancora non totalmente espressa. La sua forza si palesa grazie alla precisa coesistenza tra l’avvolgenza aromatica del sorso e la raffinata freschezza data dall’acidità. Nel finale di bocca torna prepotentemente la sensazione di mela golden mista ad una prolungata sapidità.
Nata con la vendemmia del 2008, questa Vernaccia Cru sfida i bianchi italici, proponendo un’identità straordinariamente integra e vibrante.

Vernaccia di San Gimignano Riserva DOCG “Albereta” 2016
100% Vernaccia di San Gimignano vinificata in botti grandi, dove gran parte della massa (70%) effettua anche l’elevage. Il restante 30% va in cemento dove sosta per circa un anno. Finito il periodo di maturazione, necessita di ulteriori 20 mesi tra cemento e bottiglia prima di uscire sul mercato.
I terreni sui quali crescono le uve sono di tendenzialmente tufacei con importante presenza di calcare cavernoso, compresi tra i 280 e i 330 metri di altitudine.
La vinificazione e l’elevage in legno marcano già dal colore, che si fa pieno e quasi dorato. Al naso svettano cera d’api, miele millefiori, gelè di mandarino e tracce di curcuma. In bocca il sorso ha stile, si rivela vellutato e suadente, grazie anche ai ritorni aromatici di curcuma e zafferano. La chiusura è lunghissima, sferzata da una piccantezza figlia dell’imprinting sapido, unito alla speziatura del legno.
Nata anch’essa nel 2008 rappresenta la perfetta applicazione del termine Riserva alla Vernaccia di casa Logi, espansiva, espressiva e acuta.

Rosato di Toscana IGT “Cremisi” 2019
100% Sangiovese vinificato con breve macerazione pellicolare, fermentato e maturato in acciaio per circa 7 mesi.
Le uve crescono su suoli a medio impasto ricchi di scheletro e calcare, posti a 350 metri di altitudine.
Rosa tenue, molto elegante e cristallino. Al naso presenta vivaci toni di pesca bianca, pompelmo rosa e gelè di fragoline. In bocca si rivela fresco, radioso e molto succoso. La costante fruttata marca l’intero scorrimento nel cavo orale, dandogli sostanza e garbo, che si concludono con un’ottima chiusura salata.
Un rosato in stile innovativo, più bianco che rosso, molto verticale, che è capace di irradiare la bocca con la sua forte matrice fruttata.

Chianti Colli Senesi DOCG “Campale” 2017
90% Sangiovese + 10% Merlot vinificati in cemento e acciaio. L’affinamento avviene in cemento, con un 25% della massa che va in legno piccolo.
I terreni sui quali crescono le uve sono molto diversi tra loro, da quelli sabbiosi e ricchi di scheletro e fossili a quelli di medio impasto, profondi e ricchi di ciottoli, tra i 260 e i 360 metri di altitudine.
La piccola percentuale di Merlot si denota immediatamente, poichè dona al Sangiovese quella punta di colore più fitta e marcata che ancora tende verso il purpureo. I profumi sono gioviali e nettamente giovanili, si notano facilmente frutti di bosco, fiori di sambuco e una marcata nota metallica. In bocca è diretto e ruggente, con tannini giovanili ma non fastidiosi. Chiude con ricordi ematici e di gelè di mora.
Anche i rossi di San Gimignano sanno esprimere ottime doti in quanto a forza e nerbo, questa versione più giovanile ne è una perfetta rappresentazione.

Chianti Colli Senesi Riserva DOCG “Il Priore” 2016
80% Sangiovese + 20% Canaiolo vinificati in cemento, proseguono poi con un elevage in barrique per 24 mesi. Le uve crescono su terreni pliocenici, profondi e ricchi di calcare posti tra i 330 e i 390 metri di altitudine.
L’impatto colorante è meno marcato del precedente, grazie alla presenza del Canaiolo che asseconda la semi-trasparenza del Sangiovese. La lieve sfumatura al granato introduce ottimamente le note balsamiche e terrose del vino, che ben si uniscono al ricordo di lavanda e liquirizia. In bocca mantiene l’imprinting balsamico, rinfrescante e accattivante. Chiude con ricordi di gelè di frutti di bosco e succo di lamponi.
Gustosa, questa Riserva 2016, materica e molto confortante.

San Gimignano Rosso DOC “Colombaio” 2015
100% Sangiovese vinificato in cemento per 15 giorni sulle bucce, a cui segue un affinamento di 24 mesi in legno piccolo.
Le uve crescono su suoli a medio impasto ricchi di scheletro e calcare, posti tra i 330 e i 360 metri di altitudine.
La purezza del Sangiovese si esprime già dal colore, ancor più scarico dei precedenti. Al naso marcano nettamente i sentori di scorza d’agrume, gelè di lamponi, pepe nero e ginepro. In bocca domina la freschezza, che con somma velocità sviluppa il sorso e placa anche i tannini. La chiusura è affidata al ricordo della genziana, molto prolungata e assai garbata.
Una Riserva che affina per ben 5 anni prima di uscire sul mercato, un po’ come se fosse un Brunello, che si rivela fascinosa e piaciona.
Che splendida esperienza qui al Colombaio di Santa Chiara, qua dove i fratelli Logi stanno scrivendo le nuove pagine del secolare libro della Vernaccia di San Gimignano. Un sentito grazie va a Giampiero, padrone di casa e cicerone entusiasta e molto generoso!
Fonte: Luca Marchiani - The Marchian