Si è aperta la Collection 2019 con la grande novità dell’apertura (a pagamento) al pubblico della kermesse che assume ogni anno dimensioni impressionanti per affluenza di produttori (quasi 200) operatori, giornalisti e influencer da tutto il mondo. Complice un vino, il Chianti Classico nelle sue tre declinazioni – annata, riserva e gran selezione – che sta marciando a passo spedito verso una precisa zonazione in grado di far emergere i singoli terroir, con un compattamento dei produttori attorno alla proprio idea di vino territoriale, un arricchimento dell’offerta che non ha pari nel territorio nazionale. Per effetto (o proprio a causa di questa zonazione), e senza timore di essere smentiti, possiamo dire che non esiste vino italiano che sui 30 milioni di bottiglie riesca a sfoggiare una qualità media così alta. Gli effetti più importanti si sono visti nell’aumento del prezzo dello sfuso (oggi sui 300 euro ad ettolitro), con buona remuneratitivà anche per chi non imbottiglia, e una “premiumizzazione” della DOCG con le tipologie Riserva e Gran Selezione arrivate a contare insieme per il 37% dei volumi e il 52% del fatturato complessivo.
Mercati principali sono gli storici Stati Uniti (34%) seguiti da Italia (23%) e dalla sorpresa Canada (11%, effetto delle numerose iniziative da parte del Consorzio in questo territorio) e quindi Germania (8%) e a seguire Paesi Scandinavi, UK, Svizzera, Giappone, Benelux, Cina e Hong Kong, Russia e Francia.
L’annata 2017 in questo idillio rischiava di far saltare molti piani e se di certo non aiuterà l’espansione per via della scarsa quantità, almeno promette di non far scendere il livello qualitativo perchè di grandi vini se ne sono sentiti parecchi. Ricordiamo la stagione con i suoi picchi calorici esagerati e soprattutto il bassissimo livello di precipitazioni che ha messo in crisi zone meno in quota e più aride, rilanciando alture e fondovalli umidi che in altre annate erano poco considerati.
Chianti Classico 2017
Isole e Olena: naso poetico di pesca e arancio, ciliegia matura e lavanda incantevole, bellissimo il palato, al trotto e al galoppo di tannino.
Fonte: Andrea Gori - Intravino