Un viaggio stampa virtuale – e, diciamo, molto intimo visto il ristretto numero di partecipanti – in Champagne con Domenico Avolio, directeur du bureau du Champagne en Italie e Philippe Wibrotte, responsable des relations publique du Comité Champagne.
I due ci hanno accompagnati – sempre virtualmente – da Mélanie Tarlant di Champagne Tarlant e Florent Roques-Boizel di Champagne Boizel. Ed è stato Avolio ad introdurre questo originale ed anche piacevole viaggio che ci ha pure riservato la sorpresa di incrociare un lucano di Potenza che vive, come vedremo da protagonista, nel cuore di produzione del re dei vini. Mentre Wibrotte è partito con una sorta di interrogatorio visto che ogni ospite ha dovuto dare la sua interpretazione della parola Champagne. Ma l’uomo immagine della bolla francese si è pure soffermato sulla qualità della vendemmia 2020, la più precoce della storia della Champagne e che con il suo splendore completa una trilogia eccezionale: come nel 2018 e nel 2019. Ma a Wibrotte stava più a cuore a parlare di terroir, di sostenibilità e delle scelte adottate dai 16.000 viticoltori, anche alla luce dei cambiamenti climatici, per trasformare la regione in un’area ben equilibrata e perfettamente sana; a dare i numeri dello Champagne – 300 milioni di bottiglie prodotti da 140 cooperative e 340 Maison – e, a descrivere l’immagine che ha questo grande vino all’estero.
Nel frattempo due aziende, a gestione familiare, hanno aperto le porte – virtualmente – per accoglierci nelle vigne e nelle cantine. E, il primo incontro è con Mélanie Tarlant, che con il fratello Benoit rappresenta la XIV generazione alla guida di un’azienda tutta a gestione familiare. Ma, ad accompagnare la simpaticissima Mélanie c’era il fidanzato, il lucano Daniel Romano, che è un po’ l’uomo marketing di questa azienda che possiede 14 ettari di vigna, situate sulla riva sinistra del fiume Marna, a Oeuilly, producendo mediamente 100.000 bottiglie all’anno. Una cantina rinomata per l’eleganza dello stile produttivo, la freschezza delle bollicine, l’uso sapiente del legno, la valorizzazione del terreno tant’è che gran parte della presentazione è stata dedicata a spiegare l’importanza del calcare, dell’argilla e del gesso presente nelle loro 56 piccole vigne. Mèlanie e Daniel hanno presentato il loro ultimo millesimo. Ogni millesimo ha un nome diverso, dettato dalla particella più interessante di quella vendemmia.
Champagne prestige millésime 2005 La Lutétienne
È un omaggio alla presenza romana nella zona e a Parigi (Lutétienne è l’antico nome della città) visto che il suolo è identico a quello dove sono collocate le vigne dei Tarlant. Le uve Chardonnay (80%) e Pinot noir (20%), sono state raccolte dal 19 al 29 settembre 2005, sottoposte a pressatura soffice per gravità. Vinificazione parcellare con prima fermentazione spontanea e 6 mesi sulle fecce fini in barriques di rovere francese. Malolattica non provocata. Nessuna filtrazione o chiarifica. Imbottigliato il 4 maggio 2006 e 13 anni e 9 mesi di affinamento sui lieviti in bottiglia.
Sboccatura il 14 Febbraio 2020. Di colore giallo dorato, con perlage fine e persistente, si presenta con piacevoli sentori fruttati e note speziate. In bocca è un vino ben strutturato, asciutto, con sensazioni agrumate e di una incredibile freschezza nonostante l’età. Bellissima pulizia e verticalità nonché la tessitura di classe che si avverte alla beva. Sono state prodotte solo 2.800 bottiglie che incarnano lo stile e la ricercatezza della perfezione dei Tarlant.
Fonte: Michele Pizzillo - Cronache di Gusto