Tutti a Casa Spadoni, una pattuglia di giornalisti italiani e internazionali per scoprire le sfaccettature delle 12 sottozone del Romagna Sangiovese. Protagonisti, l’annata 2017 e le novità in disciplinare, con Imola e Rimini che si aggiungono alla lista delle menzioni geografiche aggiuntive, nelle tipologie Romagna Bianco, Rosato e Rosso non ci sarà più la specifica del vitigno e per la sottozona Oriolo arriva l’autorizzazione ad inserire l’uva Centesimo.
In degustazione, immancabile la presenza della prima Docg dello Stivale, il Romagna Albana nelle versioni Secco 2019 e Passito (annate 2018, 2017 e 2016) a fianco dei Romagna Sangiovese Doc 2019, Romagna Sangiovese Doc Superiore 2018, Romagna Sangiovese Doc Riserva 2017, 2016, 2015 e 2014. 90 i campioni dei rossi, 31 quelli dei bianchi di Albana di cui 9 Passito.
Prima del grand tasting anche una conferenza per ascoltare i punti di vista dei produttori rispetto alle caratteristiche dei Romagna Sangiovese nelle 12 Mega: Serra, Brisighella, Marzeno, Modigliana, Oriolo, Castrocaro – Terra del Sole (presto solo Castrocaro), Predappio, Bertinoro, Meldola, Cesena, Sanvicinio, Longiano. Cosa aspettarsi dai Romagna Sangiovese 2017? Balsamicità e note speziate a Brisighella, equilibrio e freschezza a Marzeno, frutti maturi con nuances balsamiche ad Oriolo, frutti freschi e note fragranti a Modigliana, eleganza del frutto e tannini morbidi a Castrocaro, ampiezza, struttura ed equilibrio a Predappio, spiccata sapidità a Bertinoro, frutti maturi e freschezza a Sanvicinio, note terrose e di frutta matura a Longiano, frutto elegante e spezie a Serra.
La 2017 rientra certamente tra le annate particolari, calde, come la 2003 e 2007, segnata da un anticipo delle fasi di raccolta di 10 giorni rispetto alla 2016. Nei mesi primaverili ed estivi i problemi non sono mancati: nonostante la capacità di adattamento delle piante alla carenza di acqua, il prostrarsi di temperature elevate hanno contribuito ad una flessione in termini di rese. Un millesimo caratterizzato da uve sane e grappoli spargoli per vini di buona struttura con note di frutti rossi maturi.
Ma per noi degustazioni di questo tipo – divise per batterie e alla cieca – rimangono i custodi della scoperta, dell’emozione incontrollabile dinanzi a una sensazione che diventa notiziabile. La curiosità è infuocata: c’è stupore per i produttori emergenti ma anche per il rialzo qualitativo che conferma la bravura degli interpreti più noti e storici. Sospiri che accadono solo nelle annate un po più complicate quando si vede la vera stoffa del vigneto e della sua gestione traslate poi in vino. Anno dopo anno il livello dei vini in Romagna non solo si è alzato ma appare come plasmato dal terroir, senza forzature, a quelle caratteristiche che i suoli conferiscono alle uve. C’è un dialogo. E non sono poche le etichette che ci sono piaciute dei produttori (50) presenti in questa Anteprima; un folto gruppo di essi ci appare pronto ad entrare nel Paradiso dei grandi vini italiani, ultimata la scalata nel Purgatorio – volendo fare un parallelismo dantesco.
Noelia Ricci
Le antiche argille e le sabbie chiare, scattano nei bicchieri. Le vigne di questa storica azienda ma molto dinamica nella comunicazione, sono nella vocata zona di Predappio. Ed è proprio il Romagna DOC Sangiovese Predappio 2017 a spalancare le porte e farci entrare come in un continente nuovo. Inesplorato. Eleganza, velature dolci, tannini foderati da una tratteggiatura sapida che spingono il sorso. Sempre un punto di riferimento per la zona che si propone anche con un nuovo progetto: il Romagna Sangiovese Doc Pandolfo Riserva, suadente e mordente il tannino sentito solo al fondo a spolverare sensazioni balsamiche.
Fonte: Erika Mantovan - Bever Food