Focus sulla Valtellina, meta recente dei nostri Stop & Go. A impressionarci il Nebbiolo delle Alpi di Arpepe, cantina scavata nella roccia nella sottozona del grumello, al confine tra Sondrio e Montagna, prima cantina ipogea realizzata sul territorio. Qualità assoluta, una forte e precisa impronta territoriale e varietale, vinificazione per sottozone, per singolo vigneto in particolare, esaltazione della freschezza nei lunghi invecchiamenti per cui è rinomata l’azienda. Basti pensare che i vini più importanti escono fra i 6 e gli 8 anni. Uso sapiente del legno. Oggi però non parliamo di una riserva ma di un Rosso di Valtellina, vino che Arpepe produce dal 2003, a dimostrazione che i DO Valtellina hanno grande qualità ed eleganza. Da qui un percorso a salire. La viticoltura terrazzata è la caratteristica di tutte le vallate dell’arco alpino con muretti a secco che sostengono i ronchi vitati. Vendemmia lo scorso 5 ottobre, fermentazione spontanea con selezione dei lieviti nelle vigne, residui zuccherini che rasentano lo zero, 115 giorni di macerazione a contatto con le bucce e fermentazione malolattica svolta, successivo passaggio di 6 mesi nel tino e un anno di bottiglia già sulle spalle. Ottima la corrispondenza gusto-olfattiva di fiori e frutto, freschezza ed eleganza. E ancora, persistenza e pulizia. Un vino che non sfigura accanto ai fratelli maggiori che fanno riferimento alle storiche sottozone e che dimostra che in Valtellina oggi si può bere bene, ma veramente bene con un vino d’entrata. Quando è fatto come questo. L’etichetta è disegnata dall’architetto Enrico Massimino.
Questo Rosso di Valtellina si abbina con antipasti di terra, piatti di salumi misti e formaggi di media stagionatura, carni rosse alla griglia, carni bianche al tegame, arrosti, selvaggina, ma anche pasta con sughi importanti come il ragù di carne o, la nostra scelta, i pizzoccheri alla valtellinese.