Dopo gli studi di economia, ho fatto 3 anni di Computer Grafica, prima di tornare all’azienda di famiglia dove dovevo imparare tutto.
- Definisciti in tre aggettivi.
Perfezionista, giusto, piacevole.
- Una peculiarità in vigna di cui vorresti parlare.
Amo il lavoro di potatura, dove ogni gesto conta, e dove ogni ceppo è diverso dal precedente e dal successivo: è mio dovere dunque stare attento « nel presente ».
- E in cantina?
Tutti i momenti, dalla vendemmia alla sboccatura, hanno la loro importanza. Il mestiere di affinatori/accompagnatori di vini richiede pazienza e umiltà.
- Quali sono le doti più importanti che fanno un vigneron?
Il vero vigneron è paziente, rispettoso della natura, pieno di gratitudine e di umiltà.
- Hai avuto maestri in vigna e in cantina?
In vigna: Patrick Meyer (Alsace); in cantina: Marcel Richaud (Cairanne).
- Un’errore che ti ha insegnato qualcosa?
Testare l’innesto sul posto, due anni dopo aver piantato il portainnesto.
- Hai mai imparato qualcosa dalla stampa specializzata?
Il signor Tanaka, giornalista giapponese. Mi ha insegnato ad ascoltare/sentire le energie dei vini.
- La cosa più importante appresa da un consumatore?
A provare emozioni, che si trovano racchiuse nei nostri champagne.
- Ricordi un giorno particolarmente bello in vigna? E uno brutto?
Il migliore: l’ultimo giorno di potatura dopo 6 settimane nelle vigne.
Il peggiore: ogni giorno in cui, durante la potatura, fa freddo, cade neve umida e ho 5 chili sotto ogni stivale.
- Una frase o un motto per definire i tuoi vini.
Singolari, autentici, precisi, audaci.
- Il pericolo più grande per l’avvenire del vino di qualità?
Un cambiamento climatico troppo rapido.
- Cosa domanderesti al « Ministro del Vino »?
Che assaggi i miei vini, i miei champagne, 😀 e che si impegni immediatamente a favore dell’ambiente, mettendo al bando erbicidi e pesticidi.
- La gioia, l’emozione più grande provata grazie a un vino.
Sentire la felicità del vigneron che ha fatto i suoi vini solo per amore e passione. Marcel Richaud (Cairanne), Sébastien Riffault (Sancerre) e Vincent Gaudry (Sancerre).
- Gli altri vini che ti hanno segnato?
Patrick Meyer (Alsace), Jo Landron (Louvetrie e Château de la Carizière, Muscadet), Thomas Pico (Domaine Pattes Loup, Chablis), Guillaume Lefevre (Château Sulauze, Provence), Sylvain Pataille (Marsannay).
- Perché fai vino?
Per condividere questo lavoro di precisione fino al consumatore finale, restare in contatto con la natura, gli elementi e anche viaggiare.
- Biodinamica: siete stati i primi in Champagne; chi vi ha motivato e perché?
Mio padre ha subito voluto passare alla biodinamica, piuttosto che l’agrobiologia, ha visto infatti molto velocemente i danni dei prodotti di sintesi e si è preoccupato per i suoi figli e la terra che ci avrebbe lasciato.
- Gli effetti della biodinamica in vigna e nei vini?
In vigna, è semplicemente fantastico vedere come le piante ne traggano beneficio, e si dispongano a dare il meglio. Grazie alla biodinamica, affinare/accompagnare i vini diventa molto più facile. Ogni parcella restituisce il suo carattere unico e io devo solo comporre con i diversi colori di una tavolozza, come un pittore.
- Il tuo vitigno preferito?
Jolly…. Ora che abbiamo un po’ di pinot grigio… è veramente sorprendente, così come il pinot bianco, straordinario, e soprattutto in grado di dare risultati assai diversi da un’annata all’altra.
- L’AOC: un problema o un atout per il vino francese?
Per la Champagne…. è senza alcun dubbio un vantaggio. Gli Champenois devono riconoscere la fortuna che hanno… e dovrebbero essere molto più riconoscenti e rispettosi dei loro territori. Siamo (troppo) viziati!
- Il tuo carnet di degustazione dei vini italiani?
Ho tutto da imparare, mi sto facendo una cultura con alcuni vini che ho in cantina e che scopro poco a poco.
- Il tuo vino preferito tra quelli che hai fatto?
Domanda difficilissima, ogni cuvée è un po’ come un figlio… e scegliere è sempre un po’ delicato… va bene, mi lancio: Sonate n. 9 ed il nostro futuro Pinot Gris 2014, ma ogni champagne ha la sua ragion d’essere in funzione del momento della giornata, posso avere voglia di questa cuvée ma anche di quell’altra!
- Un piatto della cucina italiana, un tuo vino abbinato e ambientazione a scelta!
La pizza al prosciutto crudo italiano, con un Notes Blanches 2012, in una cena a due, in cima ad una montagna innevata, dalla quale scenderei poi con il mio snowboard, rigorosamente in free ride alla Meije nelle Alpi o in Canada!
- Adesso sei Napoleone: quale regione del mondo annetti alla Francia per berne i vini?
La Nuova Zelanda.
- Quando hai un momento libero al di fuori del mondo del vino è per…
Passare del tempo con mia figlia, passeggiando, in bici, in montagna…
- Una domanda che abbiamo dimenticato e la tua risposta.
Quando possiamo venire?
Vi ricevo con grandissimo piacere, venite quando volete!