L’assaggio dei Bolgheri Doc 2020, annata considerata sicuramente buona ma non eccelsa, è stato in linea con le attese: 30 i vini selezionati su un totale di una quarantina assaggiati e tra quelli che ho momentaneamente scartato – soprattutto per eccessi estrattivi – ve ne sono certamente alcuni penalizzati da una bottiglia probabilmente non del tutto rappresentativa. Se ne avrò l’occasione li riproverò certamente, ma l’impressione complessiva è positiva. L’annata presenta caratteristiche di freschezza apprezzabili, anche se non del tutto valorizzate, le strutture sono ben modulate e prevale l’intento di privilegiare l’equilibrio rispetto alla concentrazione. Di contro va rilevato che la maggioranza dei vini non brilla per carattere e originalità stilistica, ma è anche vero che questi aspetti non sono mai stati una prerogativa della tipologia.
A capeggiare la fila – lo so, non dico niente di nuovo – è un’ottima versione del Bolgheri Rosso de Le Macchiole, anche se, come ho avuto occasione di sottolineare in occasione della verticale effettuata alcuni mesi fa, va tenuto conto che, rispetto agli altri competitori, il Doc di Cinzia Merli Campolmi non è assolutamente un vino di “base” e neanche un “second vin”.
Le Macchiole
Saporito, ben fatto, frutto nitido e un tocco speziato; l’ottimo equilibrio non esclude il carattere, con tannini presenti e incisivi per dare energia, contrasto e un pizzico di complessità. Buone prospettive di tenuta nel tempo.
Fonte: Ernesto Gentili