Inizio dal nome, perché Polveri della Scarrupata mi richiama storie di streghe del Beneventano, tipo un ingrediente magico da mettere in una pozione.
Invece non è un nome di fantasia, ma quello del vigneto di bianco di Giovanni Ascione, aka Nanni Copé, l’azienda che non c’è più. Rimangono un paio di annate da vendere, tra rosso – il mitico Sabbie di Sopra il Bosco (altro ingrediente da aggiungere alla pozione) e bianco e poi di questa realtà vitivinicola di Vitulazio, nel Casertano, si parlerà solo al passato. Sulla decisione di Ascione ne sono state dette tante in questo mondo del vino “due camere e cucina”, ma la verità è che il progetto era arrivato al suo compimento. È tempo per l’imprenditore di fare altre esperienza. Sipario.
Il suo bianco da Fiano e un po’ di Asprinio – vecchie piante centenarie – invece racconta molto di più e ne avrà da dire di cose, grazie a una longevità che è più di un’ipotesi. Esce dopo due anni, quindi ora c’è in commercio la 2018. Fermentazione e maturazione in tonneaux per un anno. Un bicchiere dorato, denso che si muove con calma nel calice. Al naso è Fiano con le susine mature, il pompelmo, l’acacia; in bocca l’Asprinio si prende la sua parte in fatto di salinità e acidità. Poi c’è la camomilla e anche la citronella.
Vecchia zona vulcanica quella di Ponteratone, con sabbie finissime. Come polvere, per l’appunto.
Fonte: Intralcio.it