Oggi ti racconto di una degustazione di schiava molto didattica. La schiava – o vernatsch come si dice in Alto Adige, terre d’elezione del vitigno – dà origine a vini spesso semplici, beverini e succosi, con poco tannino e piacevoli compagni della tavola. Alcuni vini però, soprattutto se ottenuti da vigne vecchie, hanno mostrato oltre ad eleganza e golosità anche una complessità in parte inattesa.
Elda – Nusserhof (Heinrich Mayr)
Vino che non riporta l’annata uscendo come vino da tavola e che sorprende tutti i degustatori.
Ottenuto da un vigneto con viti di 80 anni: in prevalenza schiava (rari e antichi cloni di vernatsch) ma a completare, in “complantation”, anche un circa 15% altri vitigni quali lagrein, teroldego, blatterle e altri… Nel bicchiere il vino si stacca dagli altri per qualità ed originalità. Olfatto di sangue, ferro, erbe aromatiche, carne cruda, sottobosco, rose rosse, mineralità scura…
La bocca è stratificata, di volume ed allungo, lo sviluppo segue un percorso tridimensionale che lascia il cavo orale succoso e soddisfatto.
Fuoriclasse
Fonte: VinoCondiviso