Le miniere sono chiuse da tempo ma a Tufo c'è ancora chi estrae minerali dal terreno.
- Proprietari: Angelo Muto
- Zona / Denominazione: Greco di Tufo
- Regione: Campania
- Scheda Produttore
La famiglia Muto, di cui Angelo è la terza generazione direttamente impegnata nei filari, ha deciso di difendere il reddito agricolo vinificando in proprio. L’agricoltura di Angelo è a basso impatto, proprio come quella del nonno e del padre, molto attenta alla salubrità del suolo, viene da dire già di per se ricchissimo di zolfo. Le parcelle di vigna si suddividono in due corpi: 5 ha in contrada Campanaro, immediatamente a ridosso delle antiche miniere; un altro ettaro è a Torre Favale, dove troneggia la torre di areazione dei cunicoli ormai dismessi.
“Quei vini sulfurei e marini dai fiori vaghi ma percettibili diventeranno bottiglie dalla potenza unica.” – Sara Boriosi, Intravino, 10 apr 2017
“La ricetta è tanto semplice in apparenza quanto già vincente: cinque ettari dislocati nei siti più caratterizzati del borgo, in prossimità delle vecchie miniere di zolfo, vinificazioni tradizionali in acciaio, stile essenziale che esalta le componenti saline e minerali dei greco di questa zona.” – Guida Gambero Rosso 2011
“Cantine dell’Angelo, a Tufo, che vinifica le uve di uno straordinario vigneto situato proprio sopra le bocche di sfiato delle antiche miniere di zolfo.” – Giovanni Bietti, Vini naturali d’Italia
“Cantine dell’Angelo è una piccola azienda con 5 ettari di vigneto in zona Campanaro tra i 300 e 350 metri s.l.m. I terreni sono di natura argilloso – calcarea, caratterizzati da una certa presenza di zolfo che fuoriesce dalle vecchie miniere poste nel sottosuolo. Il proprietario è Angelo Muto che è riuscito ad instaurare un lavoro di forte sinergia e sintonia con l’enologo Luigi Sarno, ed i risultati nel bicchiere sono evidenti.” – Luciano Pignataro, WineBlog
“Angelo Muto ha uno stile molto personale che tende a esaltare le caratteristiche del greco e del terroir dove opera, realizzando vini nervosi, succosi e dalla grande complessità e dinamicità.” – Guida Slow Wine 2011
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