La tierra es di quien la trabaja è la scritta che ti accoglie a Cascina Gentile, dove Daniele Oddone – 37 anni, oggi presidente del Consorzio di Tutela della DOCG Ovada – porta avanti la storica azienda di famiglia partendo da un’agricoltura biologica rispettosa della terra e di chi ci lavora.
Cascina Gentile produce circa trentacinquemila bottiglie da undici ettari, con uno sfaccettato ventaglio di tipologie grazie alle varietà – Dolcetto, Barbera, Timorasso e Cortese – che caratterizzano l’alto Monferrato.
Daniele inquadra la tradizione di vini destinati alla tavola in un’ottica contemporanea, dove la pulizia esecutiva sottolinea e valorizza le caratteristiche dei singoli vitigni, ciascuno utilizzato in purezza.
Tra i bianchi il “Confine” (Cortese) – da vigne di sessant’anni – restituisce un Gavi guizzante e aggraziato, dissetante senza essere frivolo, infallibile sul pesce di mare e prezioso accompagnamento di piatti freddi a base di verdure.
La prova del Timorasso, al cui talento fanno da contraltare sfidanti difficoltà agronomiche, è affrontata da Daniele con determinazione. Ne sortisce un “Derthona” ricco e compassato, la cui sobrietà giovanile sboccia con la maturità in un’originale combinazione di agrumi e idrocarburi, ribadita al sorso dal felice accordo di freschezza e struttura. Perfetto per vivacizzare zuppe autunnali di legumi e stimolante tentazione su preparazioni piccanti e speziate.
La duttilità della Barbera viene declinata con leggiadria dal “Mat” e con opulenza dal “Barberrique”: la prima (solo acciaio) si lascia bere senza nemmeno essere pensata, tanto viene istintivo il bis, mentre la seconda (tre anni in barrique) incarna un vino vellutato e consolatorio, compagno di una sera piovosa con la complicità di un buon libro o un buon formaggio.
Il Dolcetto – baricentro affettivo e riferimento culturale dell’azienda – nasce su argille rosse a forte presenza di ghiaia e limo; anch’esso è proposto in due versioni, entrambe DOCG Ovada e titolate dai Bandabardo.
Il “Tre Passi Avanti” fermenta e affina in acciaio; esprime magistralmente l’impeto amichevole del vitigno, grazie a un equilibrio che ne custodisce la veracità liberandola da eccessi tannici o alcolici. Abbinamento consigliato: pane, salame e amici. La Riserva “Le Parole Servon Tanto” matura due anni in barrique e sublima il concetto di vino quotidiano capace di attraversare virtuosamente il tempo. Proviene dal cru “Vigna del Cascinotto”, un ettaro prospiciente la cantina piantato nel 1984 col biotipo Nibiö: meno vigoroso, più tardivo, dai grappoli spargoli e acini piccoli, da sempre destinato agli Ovada pensati per l’invecchiamento. Non fa eccezione questa riserva, di longevità comprovata dagli sbalorditivi assaggi dei millesimi 1995 e 1996, pur elaborati senza le accortezze tecniche odierne. Bottiglia da stappare subito o dimenticare in cantina, affinché levighi la vigoria tattile con l’emersione una complessità aristocratica da spendere sulla selvaggina.
Vi salutiamo dal Monferrato con un brindisi – anzi due! – alzando i calici di “Barbabianca” (rosato da pressatura diretta di Barbera) e “Cascina Gentile” (Cortese da vigne giovani), entrambi Brut Metodo Classico con sosta sui lieviti rispettivamente di 48 e 60 mesi: intenso e caratteriale il primo, succoso e tagliente il secondo, trarranno certo giovamento dall’ulteriore amalgama in vetro tra le componenti. Ma essendo così buoni già adesso, perché attendere?