Quattro gli ettari, per il 90% condotti a Turbiana, e dalle 30 alle 35.000 bottiglie all’anno. A gestione famigliare, oggi alla guida ci sono i tre fratelli Elisa, Elena e Mattia Zordan. Cascina Maddalena si propone di essere una realtà a misura di essere umano, tuttavia non si fa sfuggire occasioni per innovare, sperimentare e essere all’avanguardia.
Il territorio
Un territorio come quello della doc Lugana è, lo dico sempre, un territorio molto fortunato. Lo è stato nel tempo quando ne è scaturito per la prima volta il notevole successo commerciale dei suoi vini. Prezzo delle uve importante così come una percezione della qualità del vino alta da parte del consumatore. Successo all’estero, appena oltre il confine, ma questo vino è sempre più popolare anche in Italia e non solo nelle zone limitrofe del lago e nelle province interessate dalla doc di Brescia e Verona.
Questo territorio, a sud del Lago di Garda, ovviamente subisce e gode del microclima lacustre. Inoltre è caratterizzato da suoli principalmente argillosi con percentuali di argilla piuttosto alte specialmente per quanto riguarda i vigneti fronte lago. Nelle zone più dell’entroterra, sulle colline molto dolci, cambia la composizione del suolo e si riduce l’argilla.
Vini più eleganti quindi (volendo semplificare) all’interno e più potenti sulle sponde del Lago. Una potenza che va saputa gestire, imbrigliare, valorizzare. Questa è stata la missione della famiglia Zordan ieri, oggi e lo sarà anche per il domani con i suoi vigneti dai suoli con dalla quota di argilla superiore al 50%. Possedere una Ferrari non ha molto senso se la guidi in prima… ecco lo stesso vale per questi vini.
L’uva Turbiana
Sorprendente è l’uva bianca Turbiana, apparentemente così semplice, che in questo territorio si rivela essere un tesoro di infinite risorse. A Cascina Maddalena la si tutela e valorizza sia in campo che in cantina. Bisogna prendersene cura, i vigneti in Lugana sanno essere davvero ostici da lavorare, sia in annate piovose quando l’argilla dei suoli diventa peggio delle sabbie mobili, sia in annate siccitose quando si spacca e si trasforma in monoblocchi di terracotta duri e difficili da lavorare. Qui nascono le due interpretazioni aziendali che negli anni sono diventate, grazie alle scelte tecniche, espressioni “più pure possibili” di questo territorio, Capotesta e Clay.
Due vini, due anime di uno stesso territorio
Per Capotesta, dopo qualche anno di sperimentazione, la ricetta è presto detta: pressatura del grappolo intero. Fermentazione e leggero affinamento in acciaio. Tappo a vite e bottiglia renana. Per sigillare definitivamente la natura verticale dalla sapidità affusolata di questo Lugana doc.
Clay rimescola leggermente le carte. Da una selezione di uve da singolo appezzamento, da raccolta leggermente tardiva dopo un primo scarico della pianta. Matura e fermenta tra acciaio e cemento per un anno, e per minimo un altro anno riposa in bottiglia. Potente, profondo, sempre sapido e rigorosamente tappato a vite.
Due vini, due anime di uno stesso territorio. Entrambi più di palato che di naso. Caratterizzati dall’essere fedeli a sé stessi, figli della loro annata, e caratterizzati da una longevità che si racconta nel tempo con lo sviluppo di aromi diversi. Due tentativi, riusciti, di valorizzare la potenza (già detto) ma soprattutto l’altra grande caratteristica che rende Lugana e i Lugana unici. La versatilità.
Cascina Maddalena come meta enoturistica
Famiglia Zambon, evento 100 anni di Cascina Maddalena
La storia di Cascina Maddalena è documentata e divertente da scoprire, magari nel corso di una visita in azienda (credetemi ci sono posti peggiori da visitare che il Lago di Garda). L’azienda inoltre dispone anche di cucina agrituristica dal sapore di casa, autentico e territoriale. Ma non mancheranno certo di consigliarvi ristoranti locali dalle proposte più variopinte. Come il Ristorante MOS di Desenzano del Garda, che crede nel pesce di lago.
Riuscire a interpretare un territorio è stata la grande sfida fino ad oggi. Per i prossimi 100 anni la nuova sfida sarà adeguarsi al cambiamento, che c’è sempre stato ma oggi è sempre più repentino. Forti delle loro scelte e del super potere che in questo caso è costituito dalla famiglia non ho dubbi che sarà un successo.
Dulcis in fundo per l’occasione arriva il cofanetto celebrativo di Capotesta dove si trovano 6 annate in verticale dello stesso vino.
Buoni primi 100 anni! Questo è solo l’inizio.
Fonte: Sissi Baratella - www.doctorwine.wine