Ecco qua un piccolo repertorio sentimentale, una sorta di “prospettiva del bufalo” (ché il bufalo può scartare di lato) dedicata ad alcuni vini che nella tornata di assaggi 2022 mi hanno particolarmente emozionato e che, per un motivo o per l’altro, sembra non siano ancora stati intercettati dai riflettori della piena notorietà. Non per quanto meriterebbero. Ed è per questo che è come se cantassero fuori dal coro, anche se con voce maledettamente “intonata”, come accade sovente ai battitori liberi.
Lo spalto offerto a questi outsider di squisita eloquenza qualitativa e pregevole dignità territoriale – in taluni casi reali sorprese o autentici exploit – sottende il fatto che di questa genìa di vini ve ne siano un bel pò, a dimostrazione della vocazione e delle potenzialità della Toscana enoica in qualità di culla prediletta di vini autoriali.
Ma c’è un di più: l’angolazione secondo cui ho inteso traguardare i vini qui proposti parte soprattutto dal mio attuale sentire, e quindi dalla ricerca della naturalezza espressiva, dote fra le più alte in assoluto (e fra le più difficilmente esplicabili, a parole) per qualsivoglia vino della contemporaneità.
Questo attributo coinvolge tanti aspetti di un vino, e dei tanti aspetti coinvolti ne rappresenta il coagulo: il modo di porsi e di diffondersi, il “movimento” interno, la qualità del disegno, l’accordatura fra le parti, la sincerità espressiva, l’aderenza territoriale, la trasposizione varietale, la spontaneità, la purezza, il candore. E il fatto di saper unire in un sol bicchiere istinto e complessità.
Per “statuto” non contempla forzature e sovrastrutture, marcando una provvidenziale distanza dall’accanimento tecnico e dalla chirurgia estetica. Ah, e secondo il mio modo di vedere non contempla nemmeno rusticità, approssimazioni e cerebralità.
Ho diviso la trattazione in macro-zone, e nell’ambito di ciascuna macro-zona l’ordine di apparizione è stato esclusivamente legato all’alfabeto. Di ogni vino viene inoltre indicato l’uvaggio, l’areale di provenienza e il prezzo medio sugli scaffali di un’enoteca. Trattasi delle annate attualmente in commercio, o che entreranno in commercio a stretto giro.
Questa seconda parte parte ha raccolto suggestioni da Montecucco, Montalcino, Montepulciano, Orcia, San Gimignano, Valdarno aretino.
Come sempre, duplice è l’obiettivo: instillare un briciolo di curiosità in più, al di là delle strade più conosciute, e sperare di poter diventare tutti un po’ più bufali.
Castello Tricerchi – Brunello di Montalcino 2017 – Località Altesi – Montalcino (SI)
Un vino disinvolto & puro, che unisce leggiadria e dinamica in un sorso affusolato e speditissimo, dai risvolti agrumati. Un must per l’annata.
Fonte: Fernando Pardini - Acquabuona.it