Articolo di Ernesto Gentili del 30.03.22
Non scrivo queste righe con piacere ma debbo far presente che il resoconto in oggetto non sarà puntuale e preciso come avrei voluto. Ed è un vero peccato perché in questa fase il livello qualitativo dei vini assaggiati, con la decisiva complicità delle ottime annate 2020 e 2019, non si era mai mostrato così alto. Purtroppo però non sono stato in grado di effettuare la degustazione in modo adeguato all’importanza dei vini presentati a causa di due motivi fondamentali.
Il primo è da ascrivere purtroppo all’inefficienza del servizio, in parte perché il numero dei sommelier assegnati alla mia sala era insufficiente e in parte perché tra quelli presenti mi è toccato il più lento e indisponente dell’intero emisfero boreale. La lentezza di servizio sarebbe però un ostacolo superabile se, come solitamente succede in queste situazioni, abbondasse il tempo a disposizione, ma qui entra in gioco il secondo motivo. Alle 12.30 è stato infatti stabilito che ci fosse un pranzo con i produttori. Mi spiego meglio: non dalle 12.30 in poi chi voleva poteva andare a pranzo, ma alle 12.30 tutti a pranzo. Come in caserma. I sommelier hanno interrotto il servizio e dato che il mio tavolo – causa la lentezza di cui sopra – era in ritardo e che da abitudini ormai ventennali – alla mia età guai a chi mi tocca le abitudini – degusto solo la mattina, ho dovuto assaggiare gli ultimi 15 vini (con tutta probabilità i più interessanti) in sette-otto minuti.
Si può fare di meglio? Sicuramente si, ma, per non farla troppo lunga, diciamo che non ho avuto fortuna.
Vernaccia di San Gimignano Docg
IL COLOMBAIO DI SANTA CHIARA – Campo della Pieve 2020
Floreale, vegetale, fresco, scattante, slanciato, ha un suo stile, fuori dai modelli classici, però è lungo, vivo, tonico.
Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva
IL COLOMBAIO DI SANTA CHIARA – L’Albereta 2019
Fresco, elegante, continuo, bello stacco finale, è molto lungo, dinamico e progressivo nello sviluppo.