Da domani mi metto a dieta! Nella wish-list dei buoni propositi per l’anno nuovo ci finisce sempre questa frase.
E così di colpo anche il vino viene eliminato dal nostro spazio temporale. Ma se per una volta non ci mettessimo a dieta? Se anziché vivere di restrizioni forzate, scegliessimo liberamente solo di essere più leggeri? E in quest’ottica di colpo ecco che quella sostenibile leggerezza dell’essere si tramuta anche in una sostenibile leggerezza del calice grazie a vini facili da bere, depauperati da sovrastrutture. Vini “glu glu”, ovverosia piacere e leggerezza allo stato liquido. Le coordinate da seguire non sono difficili da trovare, basta partire da qualche punto fermo: schiviamo le strade dall’alto grado alcolico e cambiamo direzione se al bivio incontriamo una barrique. E se avete perso la strada, sappiate che sull’asse delle ascisse non dovrebbe mai mancare quella delle annate: più fresche sono e maggiore sarà la possibilità di ritrovare nel calice un vino leggiadro. Quindi detox dagli eccessi sì, ma astemia no! Ecco 12 calici di sostenibile leggerezza dell’essere scelti da noi.
Elda (lotto 2016) – Nusserhof
Nasce da un vigneto di 90 anni composto per l’85 per cento da differenti cloni di Schiava e per il 15 per cento da Lagrein più altre varietà, la cui presenza viene svelata subito da un colore leggermente più intenso di quanto ci si possa aspettare. Una complessità olfattiva entusiasmante, quasi inaspettata, precede un sorso che risulta stratificato nel gusto con intense e definite note fruttate, delicatissimi tannini e una chiusura lunga e sapida.
Un calice non basta mai, è difficile smettere di bere di fronte a tanta piacevolezza e ad una tale varietà di sensazioni.
Fonte: Titti Casiello e Federico Latteri - CronachediGusto.it