La mano del produttore è quella, non si scappa.
Angelo Muto mette le proprie iniziali in ogni bottiglia che produce. Zolfo e pietra, nervo e tensione pure in questo bel vino, dove la mela leggermente ossidata (leggermente, sottolineo) si fa sentire a compensare tanta energia; un vino che si esprime con una freschezza da potenziale di crescita. Se l’ossidazione della melina resta come è, e la tensione si ingentilisce con il tempo, il produttore ha fatto bingo.
Chiusura leggermente amarognola, persistente e gradevolissimo.
Rispetto al Miniere, il Torrefavale si offre quasi sempre con più carnosità e pienezza. L’originale intreccio olfattivo fruttato-cerealicolo-campestre pare qui ribattuto con più veemenza. Stesso andazzo al gusto salvo poi riuscire a tenere il tutto in piedi, con una impalcatura a maglie strette di acidi e sali, salvifica e principale responsabile della “robusta” bevibilità di questo Greco. di Tufo.
Fonte: Coluccia - Intralcio