Non sono un segugio, spesso mi sfuggono le varietà più note anche se gridano il nome del vitigno a tutto spiano.
Ma questo lo stano tra mille, potete star sicuri . Sempre lo stesso vigore sorprendente, uno schiaffone che lascia cinque dita stampate nella memoria olfattiva. Sulfureo, irrequieto, indòmito, mela sale pietre sole nervo; questo è un vino che avrà un grande futuro luminoso.
L’ormai solito riconoscibile fiato sulfureo, per alcuni “respingente”, apre quasi subito verso richiami più accoglienti di agrumi dolci, cereali, frutta secca. L’abbraccio dorato lo si ritrova coerente al gusto, che chiude la corsa sul carattere indomito cui ci ha abituati questo cru di Angelo Muto, con tensione e dinamicità acido-minerale che accompagnano nella lunga persistenza. Una etichetta che continua a tenere fede al suo progetto di veridicità e naturalezza espressiva, senza compromessi.
Fonte: Sara Boriosi - Intralcio