I Tarlant sono vignerons presenti nella Vallée de la Marne sin dal 1687 e, anche per questo, possiedono vigne molto vecchie. 14 ettari di proprietà, suddivisi in 57 parcelle che Benoît e la sorella Melanie, ultima generazione della famiglia Tarlant, conducono in un modo tutto loro, impiegando tisane e composti organici. La loro ossessione è l’esaltazione della micro-territorialità, assillo che dà origine a champagne trasparenti, puri e di grandissima personalità, come quelli assaggiati il mese scorso in cantina da loro grazie all’amico Daniel Romano. Racconto il più impegnativo, uno champagne di rarissima unicità, dallo stile tradizionale ma dal grande fascino territoriale e che a me ha colpito particolarmente. Parlo della Cuvée Louis, la cuvée de prestige che ne omaggia il fondatore.
Uve dal lieu-dit ‘Les Crayons’ sito a Œuilly, esposizione sud, vicino al fiume su suolo di calcare e argilla che giace sopra uno spesso strato di gesso. Le vigne hanno 70 anni. 50% Chardonnay, 50% pinot noir, 13 anni sui lieviti e nessun dosaggio. Assemblaggio dell’annata 2002 e 2003, sboccatura 2018.
Intenso e autorevole, con profumi che mescolano intensità e definizione a note di pasticceria, agrumi in confit, albicocca, fico, spezie, viola, thè, pietra focaia e tabacco. In bocca il temperamento è dirompente, ampio, freschissimo nello slancio, materico e vellutato nel tessuto, dal timbro minerale, saporito e con un’energia acido/agrumata trascinante che ne illumina il sorso. Fino al finale, dalla persistenza lunghissima che sfuma su sensazioni di roccia. Merita un calice ampio e gli amici più appassionati.
Fonte: Valentini - Intralcio