Nella prima parte di questo articolo avevamo illustrato numeri e tecniche di lavorazione per lo Champagne Rosé. Ora vogliamo proporvi un selezione che abbiamo attentamente vagliato: dodici Rosé dove, insieme ad alcuni nomi molto noti, compaiono anche dei piccoli vignerons poco conosciuti, ma molto validi nelle loro proposte.
Champagne Fleury
Nata nel 1895 questa maison è da sempre il simbolo dell’innovazione ed ha avuto il ruolo di apripista rispetto agli altri vignerons della Champagne. Ubicata nella zona dell’Aube con 14 ettari, è stata la prima ad impiantare nuovamente le vigne a piede franco e nel 1989 si è convertita al biodinamico. Il rispetto della naturalità è sempre andato a braccetto con la modernità: la cantina è tecnologicamente avanzata, la fermentazione è avviata tramite lieviti selezionati e si sta via via affermando la volontà di ridurre la solforosa nei vini.
Rosé de saignée 1999 brut (rosé de saignée)
Uve: 100% pinot nero. Colore: rosa chiaretto con riflessi ramati. Naso: il tempo lo aiuta a sprigionare profumi di tamarindo, amarena, anguria e poi rabarbaro e genziana. Fiori ed erbe essicate, sbuffi di muschio ed una grande sensazione salina, impreziosiscono ulteriormente il corredo olfattivo. Bocca: le note iodate sostengono in maniera energica il sorso allungandolo incessantemente, con ritorni di frutta e vegetali, in un epilogo davvero coinvolgente.
Fonte: Daniela Scaccabarozzi - Italian Wine Journal