Potrà non avere ormai tutti i riflettori su di se perchè la Gran Selezione gli ruba spazio e uve preziose ma le Riserva del Chianti Classico sono spesso vini profondi emozionali e molto diretti.
Senza fronzoli e barocchismi che inficiano la piacevolezza della tipologia più alta della denominazione spesso raccontano in maniera molto più trasparente la realtà del territorio specifico dell’azienda lasciando vedere in maniera molto precisa come lavora ciascun produttore. Diciamo subito che la 2017 conferma le attese, basse, mostrando vini spesso troppo maturi di frutto e arcigni nel tannino ma era davvero difficile lavorare nella torrida 2017 che ha portato pochissima produzione e concentrazioni zuccherine spesso elevatissime.
Ma come sempre i vini buoni a cercar bene si trovano eccome! Più semplice trovare quelli buoni nella 2016 che si sta rivelando in tutta Italia (vedi i risultati bomber del Piemonte) un’annata magnifica da ricordare come la 1990.
Nelle riserva 2016 tanti i piccoli gioielli ma la maturità produttiva di molte aziende forse non ne ha colto appieno il potenziale finendo per irrobustire anche troppo un’annata di grazia e leggiadrìa naturale.
Maurizio Alongi – Vigna Barbischio
Intenso mela cotogna, ribes rosso, fragole e sandalo, sorso ricco completo con slancio nel finale che arriva lontano.