Grandi Langhe è l’evento dedicato ai vini Docg e Doc di Langhe e Roero nel corso del quale vengono presentate le nuove annate.
L’edizione 2020 ha messo in evidenza un’alta qualità diffusa e un interesse in continua crescita, confermando il valore assoluto di quest’area nell’ambito del comparto vitivinicolo del nostro Paese. Due giorni intensi di tasting al Palazzo Mostre e Congressi di Alba, dove erano presenti 206 aziende. I partecipanti, oltre 2 mila professionisti del vino provenienti da ogni parte del mondo, hanno potuto degustare l’annata 2016 di Barolo Docg e la 2017 di Barbaresco Docg e Roero Docg, insieme alle annate di prossima commercializzazione delle altre denominazioni delle Langhe (Dogliani Docg, Diano d’Alba Docg, Dolcetto d’Alba Doc, Brabera d’Alba Doc, Nebbiolo d’Alba Doc, Langhe Doc, Verduno Doc e Alba Doc) e del Roero (Roero Arneis Docg). Inoltre, sui banchi d’assaggio erano presenti numerose etichette di millesimi precedenti.
A completare la rassegna i seminari condotti da Alessandro Masnaghetti sulle Menzioni geografiche aggiuntive di Barolo, Barbaresco, Roero, Diano d’Alba e Dogliani, preziosi momenti di approfondimento durante i quali sono stati illustrati gli aspetti fondamentali dei vari terroir e l’importanza di queste zonazioni. 2016 e 2017 sono annate abbastanza diverse. La prima è stata caratterizzata da condizioni climatiche regolari e da un ciclo vegetativo lungo. I vini hanno struttura, ma soprattutto grande equilibrio e potenzialità evolutive. Si tratta di una grande annata, secondo molti una delle migliori degli ultimi anni per Barolo e Barbaresco. La 2017, invece, verrà ricordata come calda, siccitosa e precoce. Tuttavia, un abbassamento delle temperature a inizio autunno e un ottimo adattamento delle viti hanno permesso di avere vini con un profilo diverso rispetto quello delle altre annate calde. I parametri registrati e il buon bilanciamento dimostrano la qualità dei prodotti e la loro capacità di andare avanti nel tempo.
Emilio Vada
Vibrante e spontaneo il Langhe Doc Nebbiolo Cua Rusa 2018, con profumi di lampone, fragoline e tannini delicati. E’ un prodotto ben riuscito, un’interpretazione fresca e immediata del vitigno che non risulta mai banale, costituendo in alcuni casi una scelta perfetta in grado di regalare piacevoli sensazioni.
Fonte: Federico Latteri - Cronache di Gusto