“Una vita, tante vite”, recita l’etichetta sulla bottiglia. La luminosa curiosità, formula magica per fare vini così buoni, non ha lasciato scampo a Giovanni Ascione, costringendolo a cimentarsi in nuove sfide.
Dapprima manager di una grande azienda, poi la folgorazione per l’enogastronomia, assecondata prima da ristoratore, poi da scrittore, consulente e degustatore dal grande palato.
Nel 2008 l’avventura di Nanni Copè, undici anni straordinari in cui da produttore ha illuminato l’Alto Casertano, cimentandosi con i vitigni autoctoni del territorio. Un’avventura che ha preso forma e si è articolata nella realizzazione di tre vini: Sabbie di Sopra il Bosco, Polveri della Scarrupata e R12.
Smette al culmine del suo percorso da produttore, perché in fondo, la carriera di chi fa vino è fatta di attimi, di istanti, e, anche se dietro quegli istanti vi sono mesi e anni di sacrifici tanto tenaci quanto silenziosi, è pur vero che il successo di un’annata, che può decidere l’esito di una intera carriera, può arrivare con rapidità folgorante oppure, con altrettanta subitaneità, può eclissarsi per sempre, dopo essere apparso quasi a portata di mano.
Smette all’acme del successo, in quel preciso istante, perché i suoi vini non sono mai stati così buoni. Smette perché, come recita la scheda pubblicata nella guida Slow Wine 2020, “Giovanni Ascione possiede il dono della curiosità e della capacità di appassionarsi. Un talento che gli consente di affrontare ogni sfida che intraprende con la lucidità del genio, che osserva, analizza, sperimenta e trova la quadra, sempre”.
Smette, ma mantiene la vigna di Polveri della Scarrupata e, immutata, la passione per il vino.
Le ultime annate di Nanni Copè:
Sabbie di Sopra il Bosco 2017 (aglianico, casavecchia, pallagrello nero; 7.500 bt; 35 €) è un vino di puro frutto ed eleganza, dalle note di amarena e scorza d’arancia, con sbuffi floreali e rimandi di terra umida e frutta scura; il succo riempie la bocca solleticandola con la freschezza e la vibrante vena salina.
Sabbie di Sopra il Bosco R12 2012 (aglianico, casavecchia, pallagrello nero; 2.347 bt; 130 €), ha fatto propria la formula magica del bilanciamento tra frutto e legno di affinamento; le note di frutti rossi e di scorza d’arancia qui sono puntellate di richiami affumicati e si fondono con il tabacco da pipa e gli sbuffi balsamici; il sorso è fitto e carnoso, dotato di un succo che riporta in bocca ricordi di incenso e salsedine.
Polveri della Scarrupata 2017 (asprinio, fiano, pallagrello bianco; 2500 bt; 35 €) qualche francese blasonato arrossirebbe nel confronto con questo succo sublime dai profumi di cedro, camomilla e ginestra, che si arricchisce di sbuffi di eucalipto e accenti di nocciola tostata e si sublima in un sorso affilato.