Il mare a picco, i gabbiani sfrontati e i limoni appesi sul nulla. L’azzurro e il bianco, il giallo e il bianco, la paura di cadere e la voglia di volare su quel sogno che chiamano Costiera. Ci sono tornato per la rassegna enologica Campania Stories 2019 e questo è il primo dei parziali report, dettati dal caso, dalla fortuna e da quel poco che so di fiano, greco e falanghina.
Falanghina, Agnanum – Dop Campi Flegrei 2017
Limoni, cedro e pompelmo più tutto l’erbario e la mineralità dei campi flegrei, ma una falanghina Agnanum del 2017 è qualcosa che sta tra l’asilo nido e i Pokemon: troppo giovane davvero. Meglio tornare fra una decina d’anni ma se proprio non riuscite a resistere, peggio per voi, berrete “solo” un vino buonissimo.
Polveri della Scarrupata, Nanni Copè – Fiano Igp Terre del Volturno Bianco
Si distingue subito il gesso, poi i fiori bianchi e quelli di pesco, la susina dolce. La bocca è piena, gustosa, dal frutto giallo saporito di ananas e e percoca. Più che un vino è un bacio in bocca.
Miniere, Cantine dell’Angelo – Dop Greco di Tufo 2017
La miniera dell’Angelo è un posto pieno di luce e fiori di primavera, profonda e profumata di scorze d’arancio e mandarino. In bocca è dolce ma solo per un attimo, quanto basta per ringraziare gli dei per un vino così.