I vini nordpiemontesi conquistano consensi e fette (sia pure al momento confidenziali) di mercato.
Il vecchio mondo del vino seguiva un percorso lineare, quanto a reportage giornalistici: visita all’azienda o manifestazione o banco d’assaggio > degustazione > elaborazione schede > pubblicazione cartacea > lettura.
Oggi il percorso è una linea arabescata, o meglio un’esplosione frattale: da una degustazione ics si dipartono selfie di influencer su Instagram, post degli ultra trentenni su Facebook, post di ultra quarantenni su qualche blog, da cui si dipartono rami di commenti che generano altri post che generano altre foto su instagram che generano altri post eccetera. Per una volta mi trovo ad apprezzare maggiormente l’oggi, dato che amo le strutture frattali, i reticoli – di senso e insensati –, le ramificazioni delle possibilità comunicative.
In questo quadro, risulti confortante o meno, almeno un punto di partenza rimane abbastanza fedele al se stesso di qualche anno o decennio fa: la manifestazione o banco d’assaggio.
Lo scorso fine settimana ha avuto luogo la manifestazione dedicata una delle aree produttive più stimolanti e promettenti del terzo pianeta del sistema solare: l’Alto Piemonte, cioè l’area che si trova grosso modo a nord dell’asse Torino-Milano, nelle campagne delle province di Torino, Novara, Vercelli, Biella, Verbania Cusio Ossola.
Qui la generalizzazione di comodo che usiamo più o meno tutti, quella dei “vini fini ed eleganti anche se poco strutturati”, rimane un passepartout interpretativo capace di aprire quasi tutte le porte dell’albergo nordpiemontese. Quasi tutte, ma non tutte: alcuni rossi – leggi certi Gattinara e certi Bramaterra, per dire – non sono affatto distanti nell’intelaiatura estrattiva dai più ambiziosi rossi delle Langhe.
Da assenzialista che sopravvola su molti altri eventi, partecipo fin dalla prima edizione a Taste Alto Piemonte: si sta bene, ci sono pochi stronzi in giro, l’organizzazione è eccellente e i vini sempre originali, spesso imprevedibili. A questo proposito, un unico appunto serio ai consorziati: la mattinata di assaggio principale per la stampa è un contenitore troppo variegato di annate diverse. Quest’anno si è andati dai 2009 ai 2017, passando per tutte o quasi le vendemmie intermedie. Meglio articolare l’appuntamento come una vera e propria anteprima dei nuovi vini che stanno per andare in commercio o ci sono da poco tempo.
Lessona 2015 La Prevostura
Di rara finezza in ogni passaggio, lirico all’olfatto e micrometrico al palato, centrato su un frutto succoso e su una nuvola di tannini soffici e di grana infiltrante