«Ho fatto questo rosso pensando al Taurasi».
Le parole di Giovanni Ascione mi trafiggono sulla comoda poltroncina di Piazzetta Milù dove Luigi Salomone dimostra di essere davvero uno dei veri giovani promettenti dentro una sala egregiamente sbicchierata da Emanuele Izzo. Già, ma cose deve essere un Taurasi. Devo dire che la mia visione è cambiata parecchio da quando ho iniziato a bere quelli del professore Moio e poi quelli di Antoine Gaita. E questo Pallagrello Nero (con pizzico di casavecchia e di Aglianico) va in questa direzione: tannini eleganti, alcol non in eccesso, finezza di beva, freschezza. Rosso in grado di essere leggibile non solo dai mangiatori di ragù dal palato pre-omogeneizzato come il mio, ma da fini bevitori di Bordeaux e Napa Valley. Ecco Giovanni Ascione, il tuo anto del cigno è proprio un Taurasi ma che in realtà è un Pallagrello. Poco più di mille bottiglie indimenticabili.
Fonte: Luciano Pignataro