Ariosi aromaticamente, incisivi nella progressione gustativa, capaci di complessità nei profumi e di articolazioni tra chiaro-scuri nel loro sviluppo in bocca: ecco in sintesi i vini della vendemia 2016 che, nel Chianti Classico, ha trovato interpretazioni di grande livello sia nelle Riserva che nelle Gran Selezione, i vertici qualitativi della denominazione (tipologie che stanno trainando anche al “premiumization” del Gallo Nero, e che, nel 2018, hanno messo insieme il 37% della produzione, ed il 52% del fatturato, fonte Maxidata), protagoniste alla Chianti Classico Collection, di scena alla Stazione Leopolda di Firenze, che si chiude oggi con l’apertura al pubblico, per la prima volta, nel pomeriggio (www.chianticlassico.it).
L’annata 2016 nel Chianti Classico può considerarsi eccellente, probabilmente tra le migliori almeno dell’ultimo lustro: con equilibrio sia nella distribuzione del freddo invernale che della calura estiva, permettendo maturazioni regolari e progressive. Condizioni ideali per la migliore espressività dal Sangiovese coltivato tra Siena e Firenze. Con vini capaci di lasciare il segno.
Probabilmente una tra le migliori interpretazioni dell’annata il Chianti Classico Vigna Barbischio Riserva 2016 di Maurizio Alongi, dal naso leggiadro che passa dai piccoli frutti rossi ai fiori e ai cenni di sottobosco e pietra focaia, ad anticipare una bocca vivace, dinamica e profonda.