Nella splendida stazione della Cornice Leopolda, a Firenze, è stata presentata lunedì 11 e martedi 12 febbraio la Rassegna annuale dei Chianti Classico (in modernese: Chianti Classico Collection).
Un numero di giornalisti internazionali accreditati lievemente inferiore agli abitanti di San Paolo del Brasile, ma un po’ più rumoroso, ha affollato gli enormi locali dell’antica stazione leopoldina, apparecchiati dal Consorzio Chianti Classico in maniera come di consueto impressionante: la sfilata di bottiglie sul tavolo centrale arrivava a Empoli e ritorno.
I vini in degustazione erano quest’anno 474, con circa 16 ore su due giorni a disposizione della stampa per gli assaggi, effettuati con l’ausilio di sommelier AIS dedicati. Considerando i tempi tecnici di servizio, e nonostante l’efficienza militaresca dei suddetti sommelier, quindici dei quali robotizzati a titolo sperimentale, volendo degustare tutto si potevano concedere circa 1,4 secondi a vino.
Noi ci abbiamo provato, fermandoci purtroppo a quota 473 su 474 per via di un possente starnuto sopravvenuto alle 13:56 del lunedì; un secondo starnuto, alle 17:12 del martedì, è stato da chi scrive eroicamente ricacciato indietro, subendo come conseguenza l’esplosione dell’occhio sinistro, finito nel bicchiere pieno di una ligia giornalista cinese che ha poi correttamente dato conto nella sua tasting note dei sopravvenuti sentori di “xianwei qiu” (bulbo fibroso).
Diamo dunque qui conto ai lettori dell’Accademia dei 104 vini dei quali siamo riusciti ad annotare per iscritto le impressioni di degustazione: tutti e 65 i Chianti Classico 2017 e, come appendice, tutti e 39 i Chianti Classico Riserva 2016 presenti alla Leopolda.
Con una nota a margine: nel solco di una consolidata prassi guidaiola, abbiamo pensato di assegnare anche noi dei premi ai pochi vini meritevoli, con la draconiana severità che i nostri lettori ci riconoscono da sempre. I premi, che assegneremo ogni anno ai migliori Chianti Classico dell’ultima annata, sono evidenziati in grassetto. Al proposito, l’Accademia degli Alterati, nella persona del suo editore, acconsente per iscritto alla pubblicizzazione dei premi ed anzi la auspica, concedendone facoltà di menzione agli uffici stampa e ai responsabili commerciali delle aziende, a patto di far precedere al nome del premio l’aggettivo “prestigioso” o in alternativa “ambìto”.
CANTINA RIPOLI Chianti Classico 2017*
Colore tra i più leggeri. Gelsomino, menta, ribes bianco, agrume, in un bouquet delicato e di gran classe. Bocca succosa, capace di bella espansione e molto naturale nello sviluppo; epilogo sobrio e preciso, puro come acqua di sorgente. Un vino magnifico, per il secondo anno di fila, che si guadagna la nostra Botte Garbellotto in Tungsteno®.
ISOLE E OLENA Chianti Classico 2017*
Inconfondibile sventagliata di frutta esotica (melone francesino) tra note di erbe aromatiche e salsedine; la bocca non è da meno, ampia, continua, vibrante, dai ritorni fruttati precisi e succulenti. Tra i più golosi del lotto, e tra i più pronti. Per Paolo De Marchi l’ennesimo premio: la nostra prestigiosa Targa con Citazione del Cazzo di Omar Khayyam®.
MAURIZIO ALONGI Chianti Classico Vigna Barbischio Riserva 2016
Un ricordo di fiori rosa e azzurri s’insinua al naso su un frutto rigoglioso ed echi levantini di talco, incenso e coriandolo. Ma se il naso fornisce di sé quest’immagine raffinata, la bocca è un caterpillar in cui s’impone la forza della materia: ne basta un cucchiaino per sabbiare le guance nel riemergere della frutta rossa e dei fumi orientaleggianti.
In conclusione, questi i dieci migliori assaggi:
CHIANTI CLASSICO 2017
3° posto – ISOLE E OLENA Chianti Classico 2017
10° posto – CANTINA RIPOLI Chianti Classico 2017
CHIANTI CLASSICO RISERVA 2016
8° posto – MAURIZIO ALONGI Chianti Classico Vigna Barbischio Riserva 2016