Adesso che più o meno tutti siamo in vacanza, a Bolgheri si prepara la vendemmia.
Concentrare il picco di lavoro e tensione annuale quando chi ti sta intorno va in ferie non è il massimo. Ma il mondo del vino visto da Bolgheri è un’oasi felice. E Bolgheri, vista da fuori, è terra che crea invidia e molte discussioni sintetizzabili coi soliti luoghi comuni: “La Maremma è il Bordeaux d’Italia. Oppure: in Maremma fanno i più grandi rossi d’Italia (possibili tafferugli)”.
Sono stato quasi 24 ore a Le Macchiole lo scorso giugno per un approfondimento aziendale solitario guidato. Avevo sconsigliato la cosa anche perché con l’azienda lavoricchio ma hanno insistito quindi tolgo la divisa da enotecaro e indosso quella da blogger d’assalto: “Le Macchiole è un’azienda leader nel panorama di Bolgheri”, ad esempio, è un genere di frase pur vera da cui però cercherò di tenermi lontano per non alimentare l’ovvio senza valore aggiunto.
Parentesi metodologica: ho fatto tante domande, ho ricevuto tutte le risposte, abbiamo assaggiato tanti vini ma non ho preso nessun appunto. Zero. Nemmeno qualche miniregistrazione. Una roba terribile. Mi sono goduto il flusso, ho ormai rimosso tutti i dettagli e quel che rimane è un ricordo soffice e ovattato.
Arrivare alle Macchiole è abbastanza facile. Venendo da nord sulla Vecchia Aurelia, si svolta a sinistra per imboccare il meraviglioso viale dei Cipressi nel comune di Castagneto Carducci (qui sopra), un lunghissimo rettilineo che conduce al centro storico di Bolgheri, incorniciato da quasi 3.000 cipressi e già all’imbocco griffato San Guido, cioè Sassicaia, sia Osteria che Tenuta. A un certo punto del viale (tecnicamente Strada Provinciale Bolgherese, occhio!) si svolta a destra in direzione Castagneto Carducci, sempre Strada Provinciale Bolgherese, e trovare La Macchiole sulla destra, dopo aver superato Ornellaia sulla sinistra, sarà un gioco da ragazzi. Io per affrondire la conoscenza del luogo sono riuscito a sbagliare strada due volte e ricorderò a lungo la vecchia via Bolgherese (una carrareccia infima, nefasta, crudele, che si imbocca alla fine della S.P.Bolgherese in prossimità di Castagneto Carducci svoltando a sinistra verso il Camping Le Pianacce) che non è la Strada Provinciale 16B Bolgherese, 189/A – 57022 Castagneto Carducci.
Alla fine ce l’ho fatta.
L’ingresso alle Macchiole è ordinato e confortante, trasmette una idea di buon gusto discreto e geometrie, una cura del dettaglio che tornerà spesso fuori.
A dire il vero, su una parete 15×6 campeggia il murales di Ozmo, uno dei rappresentanti più riconosciuti della street art contemporanea, e manifesta uno spirito aziendale sereno e maturo eppur mai domo. Dettaglio ma non troppo.
Il capo della baracca è lei, si chiama Cinzia Merli e questa foto di Maurizio Gjivovich, un fotografo professionista che da circa 20 anni segue Le Macchiole per creare uno storico di immagini aziendali, la rappresenta benissimo.
Una donna giovane e mingherlina, con due figli e una cantina pionieristica nell’areale di Bolgheri (anno di fondazione 1983) che da oltre 20 anni è sulla bocca di tutti a livello mondiale. Galeotta fu una degustazione al Vinitaly 1995 organizzata da Paolo Valdastri ed Ernesto Gentili per celebrare il primo anno dall’inaugurazione della Strada del vino Costa degli Etruschi. Bordeaux vs Bolgheri alla cieca, millesimo 1992, con giornalisti di settore italiani extra-Toscana ed anglosassoni. Risultato: primo Ducru-Beaucaillou, immediatamente dietro il Paleo del giovane Eugenio Campolmi. Apoteosi.
Io Cinzia Merli in realtà me la ricordo tanti anni fa quando ero ancora un lurker silenzioso. Esattamente nel 2008, il Messorio 2004 (100% merlot aziendale) prendeva i favolosi 100/100 di James Suckling in quota Wine Spectator: la manna dal cielo. Video ormai d’epoca, ancor più giovane e timida Cinzia e da soli sei anni intrapreso il cammino aziendale in solitaria dopo la scomparsa prematura del marito Eugenio.
Alle Macchiole tutto inizia e finisce da Cinzia Merli. A lei fanno riferimento il fratello Massimo, che si occupa della campagna insieme al figlio maggiore di Cinzia, Elia, l’enologo interno Luca Rettondini, Gianluca Putzolu che si occupa della parte commerciale e tutti gli altri che non ho conosciuto.
Le Macchiole è tappa privilegiata per approfondire la storia di Bolgheri. Luogo del vino bifronte, famosissimo ma osteggiato, economicamente florido seppur poco associato all’idea di terroir, costitutivamente enosnob ma inviso al purismo enosnob con rare eccezioni. Bolgheri è terra del vino che prende le mosse col Sassicaia, capostipite e modello di una zona in cui l’utilizzo dei vitigni rossi internazionali ha preso strade e stili molto diversi. (Su tutti: Sassicaia è un feudo a sé stante, autonomo e poco avvezzo alle pubbliche relazioni, Ornellaia/Masseto l’estremo opposto).
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Fonte: Alessandro Morichetti - Intravino