Espressività e finezza: parole d’ordine che guidano Cinzia Merli e le sue etichette, che parlano di Toscana e di una storia d’amore.
“La verità del vino ha una forza incredibile, raggiunge tutti“. La ricerca di autenticità guida il cammino di Cinzia Merli, produttrice sensibile (e determinata) dell’azienda vinicola Le Macchiole a Bolgheri. Il progetto nasce nel 1983 con Eugenio Campolmi, il marito di Cinzia scomparso nel 2002, e parte con l’acquisto di quattro ettari di vigne nella Costa degli Etruschi, zona della Toscana che vive in quegli anni un fermento enologico ricco in prospettive di crescita.
Ogni produttore sperimentava seguendo il proprio intuito, investendo allora nelle potenzialità di quest’enclave vitivinicola oggi rinomata in tutto il mondo. Anche Le Macchiole, come altre cantine all’epoca, puntava soprattutto sui vitigni internazionali come Merlot, Cabernet Sauvignon e Syrah, valutandoli adatti al suolo e al clima del bolgherese, ma è tra le prime a focalizzarsi sul Cabernet Franc, agli inizi utilizzandolo insieme al Sangiovese e al Cabernet Sauvignon nell’assemblaggio del Paleo Rosso, vino rosso incisivo e caratteriale, emblema aziendale dal 1989.
Un percorso in continua evoluzione, riflessivo di un’idea di vino e di chi lo produce, porterà nel 2001 tutti e tre i vini di prestigio della gamma ad esprimersi solo in purezza: Paleo Rosso 100% Cabernet Franc, Messorio 100% Merlot e Scrio 100% Syrah. “Oggi le uve del Paleo arrivano da tre diversi vigneti: Puntone, Casanuova e Vignone. Ogni vigna ha caratteristiche differenti che vanno a comporsi come un mosaico nel risultato finale. Abbiamo presente un unico traguardo: espressività e finezza”.
Coadiuvata dalla famiglia, in vigna e cantina ci sono il fratello Massimo e i due figli Elia e Mattia, Cinzia Merli rimane ponderata e coerente; per lei i risultati eccellenti ottenuti in Italia e all’estero si trasformano in sprone, da anni la scelta produttiva è nel rispetto della natura e nella sostenibilità dell’ambiente dove si lavora. E questo corrisponde a una (sua) rigorosa coscienza che è già verità nel vino.
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Fonte: Laura Di Cosimo - RFood di Repubblica