Torna il Tipicamente Wine Club con la consueta retrospettiva Taurasi, questa volta incentrata sulla vendemmia 2005.
Serata “socratica”: già sappiamo di non saper, ma i 16 assaggi ce l’hanno ricordato per tutto il tempo. Mai così distanti, tra compagni di bevuta, nella lettura e nel gradimento dei singoli vini. In generale molto chiusi e poco espressivi, a dir poco complicati da decifrare a primo impatto e perfino di più con la sosta nel bicchiere.
Magari non eravamo noi al massimo della forma. O semplicemente è una di quelle bevute “strane”, che ti mettono la pulce nel cervello sulla faccenda del giorno radice da evitare per le grandi stappature. In realtà molto ha a che fare col profilo costitutivo del millesimo, descritto come controverso ed eterogeneo fin dall’uscita.
Anzitutto in ragione dell’andamento sinusoidale: inverno rigido e nevoso, inizio di primavera mediamente piovoso e tiepido, maggio improvvisamente caldo e asciutto, picchi di calura nella prima metà di giugno seguiti da un’estate solare ma senza eccessi, brusco calo delle temperature e tanta pioggia da fine agosto ai primi di ottobre, con meteo di nuovo ideale nel cuore dell’autunno.
Oscillazioni climatiche che hanno naturalmente inciso in maniera diversa da zona a zona, da comune a comune, da parcella a parcella. In linea di massima favoriti i vignaioli dell’area più montana e tardiva (Settore sud | Alta Valle del fiume Calore), dove le piogge settembrine hanno creato meno problemi rispetto a quelle più precoci di bassa collina. Ma in ogni caso un’annata non schematizzabile né per caratteri territoriali né per famiglie stilistiche: Taurasi di stampo tradizionale che sembrano moderni e viceversa, nasi autunnali smentiti da bocche vigorose, i 2005 si rivelano per l’ennesima volta spiazzanti.
Difficile prevedere se e come evolveranno ulteriormente, di sicuro non c’è fretta di consumarli. Praticamente nessuno a fine corsa, tra quelli ritestati; anzi la maggior parte come detto ancora serrati sul piano aromatico e gustativo. Per effetto del rude scheletro nervoso e del leggero minus di spalla, più che per densità tannica.
Taurasi 2005 – Perillo
Non è stata la miglior bottiglia pescata in questi anni, ma anche in “bemolle” si conferma una versione significativa nella storia produttiva della famiglia Perillo. Frutto fresco, terra e iodio, sorso scorrevole ritmato dal nerbo più che dal volume, tannino armonico. Sconta la ritrosia iniziale, ma è tra quelli più in forma a fine serata.