Annata insolita e complessa, la 2017 aveva creato un bel po’ di trepidazione per la sua riuscita finale, sia per i vini bianchi sia per i rossi. Semplificando all’osso, diciamo che il lungo periodo di secchezza estiva suscitava dubbi per la tenuta acida da un lato e per la maturità tannica dall’altro.
Gli interventi, enologici e/o viticoli, che possono essere messi in atto per attenuare, correttamente, certe problematiche, sono molteplici ma, alla resa dei conti, per noi può parlare solo il bicchiere e la degustazione delle Anteprime, per quanto (ripeto la solita tiritera) indicativa e forzatamente approssimativa, ha, in sostanza, fornito un’impressione rassicurante nella maggioranza dei casi e, addirittura, più che promettente in alcuni di essi. I vini sembrano infatti possedere strutture consistenti e, soprattutto, un nerbo e una vitalità poco collegabili ad un’annata calda e arida. E così l’assaggio delle Vernaccia 2017 è risultato assai meno faticoso e noioso di quanto temessi anche se, mi ripeto, in questa fase è davvero prematuro ricavarne dati definitivi.
Sono stati presentati 51 campioni in rappresentanza dell’annata e ne ho recensiti circa la metà, non inserendo i vini corretti ma poco significativi e quelli che presentavano le classiche piccole imperfezioni del campione non definitivo.
Vernaccia di San Gimignano DOCG Selvabianca 2017 IL COLOMBAIO DI SANTA CHIARA
Nonostante qualche velatura olfattiva (campione da vasca), in bocca mostra una vitalità e una dinamica gustativa sorprendente, con un finale lungo e tonico.
Le note sono state redatte in collaborazione con Claudio Corrieri.