Dal 12 al 16 marzo si è svolta la quattordicesima edizione della più importante e completa manifestazione dedicata ai vini di Borgogna: Les Grands Jours de Bourgogne. Oltre mille i produttori presenti divisi in quattordici saloni che hanno proposto l’assaggio di oltre 10mila vini. I visitatori, più di 2600 e tutti esclusivamente professionali, provenivano da 54 Paesi diversi.
I vini in assaggio erano concentrati soprattutto sull’annata 2016 con qualche puntata sul 2015 in particolare per ciò che riguarda i vini rossi. Dal punto di vista quantitativo la 2016 è stata la più scarsa degli ultimi 20 anni con punte di calo drammatiche come il -60% di Chablis o alcune zone della Cotes de Nuits con -50%. Tanto per fare un esempio il famoso produttore Bruno Clair nei suoi vigneti più prestigiosi ha prodotto solo 8 hl per ettaro.
I motivi sono le terribili gelate primaverili cui si sono aggiunte grandinate che hanno completato l’opera di devastazione. Per la qualità, al contrario, i primi assaggi ci mostrano un livello che ha pochi riscontri con il recente passato. Sono vini, sia bianchi che rossi, molto “classici” e quindi eleganti, freschi, austeri ma di buona struttura e purezza cristallina. Note dolenti sono la scarsa reperibilità di bottiglie e i prezzi che supereranno abbondantemente i già altissimi livelli raggiunti con il 2015.
De Courcel Pommard 1er Cru Le Grand Clos des Epenots 2016: austero nei suoi profumi di grafite e china si apre al palato con una struttura importante, ma agile, scattante di grande eleganza e dinamismo. Il finale è teso e interminabile.