Agnanum | Pèr’ ‘e Palumm 2015
6 ottobre 2017
Paolo De Cristofaro
Riassaggi alla cieca.
(cioè infilato chiodo nell’occhio dopo spulciato ultime quotazioni Monfortino ’10 ergo gioco forzatamente come Hugh e Jancis al bar con gli amici)
Rosso di sera, almanacco del giorno dopo: Vecchio Mondo.
Riverbero di santi pazienti, poeti resistenti al cemento e navigatori del provvisorio: Italia.
Salsedine di sirene in nariciorecchieOdissee legate al palo: Mediterraneo Sud.
Qua una volta era tutta felicità: Campania.
Nel mezzo del camin di nostra vita mi ritrovai per una selva ‘o scuro, ché il fuoco illumina a giorno ma il fumo è buio; terra ar-dente comunque meglio che scotta e befana cumana ai bimbi buoni cenere e carbone: Campi Flegrei.
Gelsomirto, lavanda, geranio, pepe nero: Piedirosso.
Mulignane a fungetiello, piennoli e friarielli: Napoli.
Pomiciamo vista mare: Cratere degli Astroni.
Cavalli di razza non abbisognano di ippodromi né di lotterie: Agnano.
Lingua si scioglie nell’ora del meritato riposo, reidratato da gocce salate e parole senza cazzimma: Raffaele Lello Moccia.
Perfino l’amaro si fa dolce nella luce del vulcano: 2015.