GLUCK – La bottiglia della sera.
Dove: a casa
Con: gnocchi di patate con ragù
Che si mangia il giovedì? Gnocchi!
È tardo pomeriggio quando rientro a casa. Il sugo è pronto sul fuoco, le patate già lessate e schiacciate. Accendo la fiamma, bassa e costante, al ragù, che ho iniziato a preparare rigorosamente il giorno prima con le conserve di pomodoro cannellino flegreo, spezzatino di manzo e salsicce di maiale. Sul tavolo stendo un sottile strato di farina, rendendo il legno permeabile a ciò che andrò a fare.
Farina 1, macinata a pietra, patate, sale e una generosa spolverata di pepe sono preambolo dopo cui comincio ad impastare. Sarà il giusto equilibrio tra farina aggiunta man mano, ingredienti iniziali e mano calda che impasta a fare la differenza.
Li taglio velocemente,rigirando ognuno su sé stesso con le dita. È ora di cena e la pentola in cui calare gli gnocchi è sul fuoco. Mentre aspetto che l’acqua bolla, scelgo il vino per questa cena in famiglia. Gioco in casa. Ad accompagnare il piatto, sarà una Doc Campi Flegrei Piedirosso2015 – pèr ‘e palumm – della cantina Agnanum di Raffaele Moccia, i cui vigneti sono ad Agnano, vulcano dei Campi Flegrei posto sul limite ultimo della città di Pozzuoli, rientrante in buona parte nell’area metropolitana di Napoli.
Calo gli gnocchi in acqua e apro la bottiglia. Verso il vino e lo lascio ossigenare. È intenso ed elegante al naso, di viola e frutti rossi, di note speziate e balsamiche, di terra scoscesa e sabbiosa difficile da addomesticare, dove la materia vulcanica flegrea si mischia a quella vesuviana, la vite è a piede franco, allevata a guyot, e la raccolta manuale. Succoso il sorso e di corpo, fresco e sapido, dal tannino avvolgente e piacevolmente equilibrato.
Persiste in bocca, armonizzando i sensi che nel frattempo hanno già iniziato ad apprezzarlo, sorseggiandolo accompagnato da una fetta di pane cafone con il ragù. Quest’ultimo è andato a condire gli gnocchi, dopo aver pippiato vulcanicamente per almeno sei ore. Il risultato tra ciò che è nel piatto e nel bicchiere è armonico, pronto per essere gustato e rigustato senza sosta.