La tua biografia in poche parole.
- Ho 50 anni, e pratico il mio lavoro da 25 anni.
Descriviti in tre aggettivi.
- Alto, divertente, vivo.
Le tue peculiarità in vigna.
- In vigna amo la natura e la tranquillità (nessun cellulare, niente musica e niente famiglia).
Le tue peculiarità in cantina.
- Preciso sul lavoro al 100%, amo assaggiare i vini e seguirne lo sviluppo.
Per essere un vero “vigneron”, quali sono le qualità più importanti?
- Devi amare il tuo prodotto; hai bisogno di identificarti nei tuoi vini, essere un vigneron significa essere un appassionato.
Chi sono i tuoi maestri in vigna e in cantina?
- La nostra è una piccola tenuta famigliare, perciò sono responsabile di entrambe (cantina e vigna).
Un errore che ti ha insegnato molto.
- Che dal lavoro impreciso si ottengono vini superficiali.
Ti ha mai insegnato qualcosa un eno-giornalista?
- Si, di non fare il vino come loro vogliono, perché ciò che vogliono loro è di solito diverso da ciò che desiderano i miei clienti.
Quale è stata la cosa più importante che ti abbia mai insegnato un cliente?
- Che non è il prezzo la cosa più importante, ma la relazione tra la qualità e il prezzo.
Qual è stato il giorno più bello della tua vita (relazionato al vino)? E quello peggiore?
- Giorno peggiore: Una botte (1000 litri) rovinata.
Due parole per definire il tuo vino.
- Franco e fruttato.
Qual è il peggior rischio per il futuro della qualità del vino?
- L’effetto serra.
Cosa chiederesti ai politici, per esempio a un “Ministro del Vino”?
- Meno burocrazia , leggi più semplici, e che dovrebbero provare a lavorare nel business per farsi un’impressione su cosa significa trattare con le leggi che approvano.
Perché produci vino?
- È stata una mia decisione di prendere la tenuta, e mi sono innamorato di questo lavoro mentre frequentavo la scuola. Il mio compito è una combinazione di: natura, indipendenza, e socializzazione con altre persone. Sono sempre stato impressionato dalle diversità di questo lavoro. È bello avere riconoscenze per un prodotto che hai creato te stesso.
Tra i tuoi vini, qual è il preferito?
- Mi piace soprattutto bere vini invecchiati, per vedere come si sono sviluppati negli anni. Senza preoccuparmi se sono di alta o bassa qualità.
Conoscenza di vini italiani?
- Amo i vini rossi italiani quando sono maturi e hanno smaltito il legno. La mia migliore esperienza è stata con un barolo del 1961: ho bevuto questo vino tre anni fa e sentivo la vivacità, la grande struttura e la lunghezza straordinaria. Non dimenticherò mai quel vino.
Se ti dico BIO, cosa ne pensi in una frase o in una parola?
- Inizialmente mi fa impazzire, perché penso ai bio-vini e amo i miei vini “chimici”. Ovviamente, la natura è importante e noi abbiamo cambiato molti aspetti nella nostra tenuta durante i nostri 25 anni (riduzione dei fertilizzanti, costante analisi del suolo, uso di sostanze attentamente selezionate).
I cambiamenti del clima e gli effetti del suo riscaldamento sono visibili in vigna?
- Si, questi cambiamenti sono una motivazione in più nel continuare a praticare la mia professione. Dobbiamo trovare nuovi metodi in vigna come in cantina per preservare il profilo tipico dei Riesling.
Quando hai un momento libero fuori dal mondo del vino, questo e per…
- Giocare a calcio, rilassarmi mentre guardo un bel film, uscire fuori a cena con gli amici.
Al di fuori della Germania, quale regione preferisci fra quelle dove viene prodotto il Riesling?
- Non voglio suonare arrogante, ma se si amano i Riesling, paragonare altre regioni alla Mosella è molto difficile. Sono appena ritornato da un viaggio in Nuova Zelanda e ho notato che hanno Riesling molto interessanti anche loro, che mi piacciono purché non contengano troppo alcool; e posso dire che il problema dell’eccesso di alcool è comune a molte regioni.
Pensi sia facile capire le differenze tra i vari vigneti della Mosella o sono cose da intenditori?
- No, è molto difficile perché le differenze sono molto piccole. La “scrittura” del viticoltore influenza il sapore tanto quanto la differenza tra una vigna e l’altra.
Quali sono le maggiori differenze sul consumo del vino tra Italia e Germania?
- Gli Italiani bevono molto più vino dei tedeschi, in Germania la birra è molto più popolare che il vino. Non è di abitudine infatti bere un bicchiere di vino per cena.
E’ possibile una globalizzazione intelligente? E come condurre una battaglia per il vino?
- Dal mio punto di vista non c’è nessuna battaglia per il vino, perché la nostra regione è diversa dalle altre a causa della relativa struttura e dei costi di produzione alti. Abbiamo una sola possibilità di sopravvivere nel commercio se continuiamo a produrre vini unici.
Le guide del vino aiutano il consumatore? O piuttosto aiutano a confondere le idee?
- No, principalmente aiutano il consumatore. Danno un’idea di come e di dove trovare una buona cantina. Sicuramente ci sarà gente con un’opinione differente, ma trovo che la maggior parte dei giudizi siano scritti in maniera corretta. La cosa più importante è che la gente scriva cose positive sul vino.
Il futuro di Weingut Kerpen?
- Questo dipenderà dai miei figli! La mia intenzione è di ritirarmi tra 10-12 anni e passare tutto questo nelle mani di uno dei miei figli o ad un’altra persona appassionata di vino. La tradizione (8 generazioni) è importante ma l’amore per il vino lo è molto di più .
Quale è una domanda che mi sono dimenticato di porti? E la sua risposta?
- Come posso diffondere maggiormente il mio vino in Italia? Facendo bere più Riesling tedeschi agli italiani!