Seconda parte degli assaggi di Campania Stories 2019 con tutti i rossi che mi sono piaciuti. Alcune considerazioni d’obbligo: sempre più mi convinco che il meglio dei rossi di Campania non cresce tra le colline di Taurasi, ma va cercato tra lo zolfo dei Campi Flegrei, sul Vesuvio e sulle zone meno battute dai turisti del vino. Troppe bottiglie di Aglianico ho dovuto rispedirle al mittente con la motivazione: imbevibile. Eppure i punti di riferimento ci sono e dimostrano che un altro vino è possibile e non sempre l’Aglianico sfigura il palato a colpi di tannino e alcol. Nel frattempo mi godo i Gragnano, i piedirosso e tutto quello che di buono la Campania può offrire.
Nota di servizio: non sono riuscito ad assaggiare tutti i campioni, come al solito scelgo un campione composto da un 70% di vini conosciutissimi e un 30% che invece no.
P.s.: per la seconda volta: dove sono i rosati?
Agnanum, Campi Flegrei Piedirosso Dop 2017
Se conoscete Raffaele Moccia solo come produttore di falanghine spaziali, vi state perdendo tanto. Il suo piedirosso sa di iris e frutta rossa, ha ritmo e bellezza, mandorle fresche e lunghezza.
R12, Nanni Copè – Igt Terre del Volturno Rosso 2012
Una tacca sotto il Sabbie, penalizzato dall’alcol asciugante. Ha solo bisogno di tempo ma c’è tanta dinamite pronta a esplodere.