Sabbie di Sopra il Bosco 2015 Nanni Copè
Non è certo un mistero la mia passione per il rosso di Giovanni Ascione. Si tratta infatti dell’ultimo vino evento che ha espresso la Campania negli ultimi anni e il risultato si vede con il passare del tempo in maniera sempre più clamorosa perché questo blend di pallagrello, aglianico e casavecchia evolve in maniera magnifica. Abbiamo provato la nuova annata e non abbiamo alcuna difficoltà a dire che sicuramente è la migliore di sempre. Si tratta ancora di un piccolo bebè, ma già adesso appaga per il suo corpo pieno, i tannini ficcanti ma sottili e setosi, la freschezza che sostiene la beva al palato senza mai esaurire la sua verve.
Giovanni realizza il suo vino nella piccola azienda a Vitulazio, una casa-cantina che per certi versi ricorda quella di Antoine Gaitaa Montefredane perché lui in effetti vive e riposa con le sue barrique. Ecco, questo è uno dei segreti del successo di questo rosso casertano, un uso preciso, colto e sapiente dell’uso del legno come pochi. Ma tutto questo non basta, perché alle spalle ci sta un lavoro altrettanto minuzioso e pignolo sulla vigna sdraiata su un bel poggio a Castel Campagnano nella quale la vendemmia quasi chirurgica, ossia grappolo dopo grappo a seconda della maturazione. Da questo lavoro, oltre che dalla conoscenza dei meccanismi dell’informazione enologica essendo stato per anni dall’altra parte della barrique, spiega il successo del vino di Giovanni. A noi piace, come dire, la vocazione bordolese di questa etichetta, ossia non puntare su un vitigno ma sul blend di uve e ancora, sottolineare l’appartenenza al territorio segnato dai venti del Volturno e del Matese. Una piccola grande storia, che quest’anno vede gemmare 400 bottiglie di bianco, anche questo da aspettare per qualche anno prima di usare il cavatappi.
Fonte: Luciano Pignataro